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Valentina Povarova Paola Zorzi
Corrispondenze e Dissidenze incrociate con la Russia


poetica paola zorzi

riflessione su ciò che trascende.

se è da ritenere necessaria una distinzione fra trascendente e trascendentale, ancor più dovremmo interrogarci sul loro significato oggi, alla luce cioè della contemporaneità e di ciò che questo implica su di un piano umano, conoscitivo, tecnologico, comunicazionale. questo in una società in cui la produzione "immateriale", di cui la conoscenza e l'arte è parte, non è mai stata così rilevante. inoltre perché il termine trascendente da sempre è stato associato alla metafisica, religione o comunque ad una concezione del mondo prettamente idealistica: l'idea prima della cosa, dove questo (il trascendente) implicherebbe non solo tutto ciò che supera l'esperienza, la conoscenza e finitezza umana ma ne determinerebbe anche la sua validità.
trascendentale invece pur non spingendosi a tanto, da kant in poi, indicherebbe una metodologia o modalità di approccio al reale e alla sua conoscenza, aprioristica in quanto non concernente il soggetto e l'oggetto in sé, né dal punto di vista conoscitivo né morale o di valore, ma in quanto approccio a priori metodologico nell'indagarli in tutti i loro risvolti: psicologici, percettivi, fenomenologici...

ciò che possiamo affermare oggi, anche alla luce del metodo scientifico, è che pur adottando aprioristicamente delle ipotesi, assiomi e postulati questi non ci condurranno mai ad un risultato definitivo, assoluto, che tutto comprenda e spieghi ma relativo.
nel riflettere sulla quasi immaterialità ad esempio di una potenzialità pilotabile e del pensiero stesso, si potrebbe essere tentati un approccio idealistico o metafisico. in realtà alla luce di tutta una produzione cosiddetta immateriale, che appare sempre più proiettarsi verso e oltre il contingente trascendendo se stessa, non andrebbe mai dimenticato come questa possa aver luogo sempre e solo in un ambiente materiale o quantomeno di ciò che si intende in quanto tale.
l'aura che avvolge la materia nel suo continuo estrinsecarsi pur sembrando a tratti quasi nebulizzarsi e annientarsi nell'immateriale, e nonostante questa sua apparenza, ha ricadute che possono rivelarsi molto più concrete di quanto non si "pensi". il tutto avviene in una continua interazione e rimando fra l'una e l'altra condizione. l'idea stessa, apparentemente così immateriale, è il risultato, oltre che del nostro continuo e reiterato rapporto col mondo, di un complesso organismo biologico le cui basi "in/e/materiali" affondano nel tempo e, a seconda dei momenti, appaiono ridursi quasi a sola informazione (dna o cultura) per poi esplicitarsi su di un ulteriore, più materico e/o cosciente, piano dimensionale.
ma anche qui la materia non è che il materiale bruto, provvisorio, continuamente intercambiabile che da forma ad un organismo, risultato di continui, infiniti, assestamenti evolutivi a partire da passati ormai remoti. questi pur ev/id/enziandosi ed affiorando morfologicamente alla nostra percezione, in principio condividono una base più profonda di mera in/differenza, più ascrivibile alla fisica che alla biologia, per poi approdare e trasformarsi solo in un secondo momento in "sistemi adattivi" (1) o fisiologici ed infine teleologici o retti da processi teleonomici cioè diretti ad un fine. ed è solo qui, in questo ultimo stadio, che l'antropomorfismo implicito nei comportamenti teleologici, in quanto coscientemente volontaristici, trova una sua giustificazione e ragione di esistere senza essere soggetto a giusta critica.

allo stesso tempo, pur non trascendendo la materia, di certo, la produzione cosiddetta immateriale o sovrastrutturale, implica trasformazioni del reale del tutto inedite. in tal senso trascende la materia ma non in quanto del tutto alienata da essa ma perché attraverso la conoscenza e il pensiero la penetriamo e trasformiamo nel tempo. nel gergo marxista la sovrastruttura corrisponde alla produzione intellettuale. ed è proprio questa sospesa fra idee e concetti che pur essendo in qualche modo difficilmente collocabile tra le produzioni materiali non potrebbe sussistere se non a partire da un complesso basico materiale.

persino una materia oggi sempre più associata all'energia e che sappiamo sembrar sfumare verso l'immaterialità, ad esempio della luce, è ancora e sempre realtà. ci troviamo allora a fare i conti con una realtà sospesa tra immanenza del presente, sua concretezza - passaggio obbligato eppure instabile, talvolta evanescente - e futuro, proiezione in avanti e suo superamento; con l'utopia di una trascendenza verificabile che nel momento in cui è verificata non è più trascendente ma risulta aver spostato ulteriormente in avanti i suoi paletti.
le costellazioni di pensieri, le relazioni che queste implicano sembrano infatti volersi manifestare fra le righe.
da qui "la natura paradossale della trascendenza che non si lascia né affermare né negare". (2)

1) - termine utilizzato da ernst mayr in "biologia ed evoluzione" - universale boringhieri, 1982.
titolo originale "la biologie de l'évolution" - hermann, éditeurs des sciences et des arts - paris 1981.
2) - theodor w. adorno. metafisica. concetto e problemi. a cura di rolf tiedermann. ed. italiana a cura di stefano petrucciani.


paola zorzi – biella/pralungo agosto 2019


mostra:
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